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Carl Brave, "Migrazione" è il suo nuovo album: un viaggio da Roma fino in Giappone - Videointervista

Sabato scorso ho passato una giornata a Trastevere, cuore pulsante della capitale considerata la città dentro la città, lì dove nascono le migliori serate, le migliori passeggiate e perchè no, anche le migliori canzoni. Ed è proprio in un clima di calda giornata estiva tra i vicoletti, che ho avuto il piacere di conoscere Carl Brave dopo averlo ascoltato per anni in cuffia, uno di quegli artisti che da sempre riesce a raccontare con una semplicità artistica disarmante momenti di vita reale ed emozioni, ricercando sempre suoni nuovi, sorpresa, e spesso collaborando con artisti con background molto diversi tra loro, ma riuscendo sempre a trovare la chiave giusta per farlo.

Venerdì scorso è uscito il suo nuovo disco, "Migrazione" (s.p.q.r Music/Columbia Records/Sony Music Italy), che già dal titolo ci lascia assaporare una varietà di suoni nuovi scoperti, come ci racconta nell'intervista, in un viaggio partito da Roma e arrivato a Tokyo attraverso strumenti particolari e persone incontrate ancor più singolari. 19 tracce per più di un'ora di musica uscite poco prima dell'inizio dell'estate, già da questo porsi controtendenza a certe regole del mercato si percepisce la visione artistica di Carl, a cui importa riuscire a trasmettere qualcosa, prima di tutto il resto.


Ed è proprio con questo principio che post intervista all'Hub Studio 33, con i suoi compagni di musica, è sceso in piazza Trilussa per regalare un assaggio del suo tour estivo nei festival suonando e cantando per strada tra la sua gente degli estratti del suo nuovo album (qui un video del live per i più curiosi). Ci sono canzoni che ascolti per sentirti a casa, e non per forza a Roma ma proprio in quel luogo che ti fa sentire a posto con te stesso, tra queste personalmente ci sono quasi tutte le canzoni di Polaroid e Notti Brave, e sicuramente rientreranno tante anche di Migrazione, che per quanto possa porsi come album di ricerca del nuovo è in linea e ben in equilibrio con il percorso artistico del cantautore che segna con quest'ultimo lavoro una maturità artistica non irrilevante.


Carl riparte da sé e da casa sua, da ciò che è familiare e autentico per raccontare, con uno stile che si apre sempre di più al pop e al cantautorato, un viaggio ricco di storie: Migrazione è un piano sequenza sulla sua vita, con Roma sullo sfondo a fargli da scenografia e alla domanda "se non fosse nato a Roma, chi sarebbe Carl Brave?" la risposta non esiste. Vi lascio guardare l'intervista, con il consiglio di andare a sentire l'album anche live, in cui assume un sapore ancora migliore.




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