top of page

Cambiare il mondo senza lo scontrino: l'intervista ai Bachi da Pietra su “Accetta & continua”

La visione disincantata della realtà dei Bachi da Pietra viene condensata nel nuovo album "Accetta & Continua", pubblicato il 24 novembre per Garrincha Dischi, Columbia Records e Sony Music Italy. Dieci filastrocche cupe e realiste o distopiche (in base ai punti di vista) racchiudono le riflessioni sul percorso di una band che si scontra con una contemporaneità sterile e pragmatica. Senza mezzi termini, questo nuovo lavoro, si sofferma sui i cookie, metaforici e non, che dettano le logiche dell'agire dell'uomo occidentale moderno. Un ponte sonoro tra il minimalismo degli esordi del gruppo e gli elementi meno analogici del penultimo disco "Reset" accompagnerà il tour correlato all'uscita discografica.



“Accetta & continua” è un album che avanza un interrogativo: “fino a che punto siamo disposti ad accettare che le cose continuino uguali, prima di mettere in atto una qualche forma di cambiamento?”; questo disco vuole far emergere semplicemente una problematica o è mosso da un intento rivoluzionario? A vostro avviso, un lavoro come “Accetta & continua” ha la capacità, da solo, di modificare gli atteggiamenti e i comportamenti di chi lo ascolta?

Sì, io vorrei tanto cambiare il mondo, ma ho perso lo scontrino. Anche gente con un po’ più seguito, tipo i Beatles o Bob Dylan, in altri tempi, avrebbero voluto…Chissà che problema hanno avuto loro.


Visti da fuori abbiamo sbagliato tutto, dall’inizio all’infinito, e quello che arriva è tutto grasso che cola. Visti da dentro, non potevamo essere niente di più̀ autentico: i Bachi Da Pietra”. Bypassando per un attimo il tema principale di “Mai fatto 31”; quali sono i parametri per valutare la propria storia come band, per dire “abbiamo sbagliato tutto”?

Se i parametri sono quelli odierni - e ti assicuro che per il resto del mondo lo sono, chiedilo ai tuoi amici, chiedilo ai promoter dei concerti, chiedilo alle radio e ai programmi TV, chiedilo in redazione - cioè se i parametri sono i numeri sui social, allora i Bachi Da Pietra sono lo zero assoluto: esistono da vent’anni e hanno lo stesso numero di follower di un gruppo cover di Brooklyn nato oggi, dopo la prima settimana di sala prove. Quindi abbiamo sbagliato tutto? Forse sì. Ma anche no. Siamo la somma algebrica del nostro destino e delle nostre scelte. Tipo io sono nato nel 1969 (destino) e a nove anni ero in fissa col punk, non col pop o la disco (scelta). La mia scena anni Ottanta (destino) erano Mõtorhead, Venom e Metallica, non Duran Duran e Spandau Ballet (scelta). Che ci vuoi fare, è andata così. Oggi mi piacciono i Bachi Da Pietra molto di più di tanti altri che fanno numeri pazzeschi sui social: parlando di musica e testi non farei cambio con quelli neanche per mezz’ora.



Quanto è importante non “aver mai fatto 31” per raccontare il presente? Il discostarsi da chi ha una grande opinione di sé aiuta in qualche modo a raccontare la contemporaneità?

Non aver mai fatto il botto ti mette al riparo dall'ansia di non farlo più o di farne di meno… Sai che tanto non hai niente da perdere e dopo una certa data ti prepari a morire nel modo più dignitoso possibile.


“Un lampo e noi” è ambientata nel presente o nel futuro? La guerra è già finita?

Non so, che dicono le notizie oggi? La guerra finisce di certo per chi ci muore e anche la morte, in casi estremi, può essere una liberazione. Sta accadendo adesso, riesci a crederci? Ma soprattutto potrebbe accadere, proprio in questo istante - senza preavviso - che l’imperatore di turno, dopo attento consulto con Dio, prema il pulsante rosso degli arsenali atomici e la fine di questa intervista sarebbe rischiarata da un ultimo lampo, uno spettacolare immenso bagliore nel cielo. In un momento diverso della mia vita avrei anche potuto pensare “finalmente” e vaffanculo. Adesso che ho un figlio carino da matti mi spiacerebbe un casino.


Ho notato che molti testi hanno la stessa struttura: spesso si basano su anafore trasformandosi quasi in dei mantra; è stato un effetto ricercato durante la loro stesura?

Sì, la reiterazione è una degli stratagemmi più efficaci dell’epica delle origini da Omero in poi, lo è nella letteratura in versi in generale, in quella religiosa in particolare, conferisce un effetto salmodiante alle formule magiche, funziona nel pop e ed è anche alla base della matrice del blues. Se una cosa esiste e mi serve io la uso.


Dal 24 novembre è partito il vostro tour; ci saranno elementi nuovi rispetto ai live precedenti (oltre ai nuovi pezzi)?

Avremo a disposizione il palco dei Rolling Stones e la scenografia di Roger Waters. Ma solo in alcune date a sorpresa.



bottom of page