Anticipato dai singoli "black midi" ed "ipersoap", lo scorso 11 marzo è uscito per 42 Records "Adesso torni a casa", EP d'esordio del talentuoso artista torinese Marco Fracasia.
Per l'occasione abbiamo avuto il piacere di organizzare un'intervista con il giovane cantautore durante la quale abbiamo parlato dei suoi primi contatti con 42 Records, del suo rapporto con Marco Giudici, artista della storica etichetta romana, nonché produttore dell'EP, e dei 5 brani che compongono questo suo affascinante debutto.
Ciao Marco, benvenuto su Indievision! Come stai?
Bene, grazie. E tu? (bene dai, risponde l'intervistatore con qualche giorno di ritardo)
Per prima cosa volevo chiederti: chi è Marco? Quali esperienze artistiche e non ti hanno portato a scegliere la non semplice strada della carriera musicale?
Non l’ho proprio scelta. Vorrei diventasse il mio mestiere, si, ma non è detto che lo diventerà. Per ora voglio solo concentrarmi e fare cose nuove, pezzi nuovi, senza pensare a concetti tipo questo.
“Adesso torni a casa”, il tuo disco d’esordio, è uscito per 42 Records, una delle etichette indipendenti italiane più importanti degli ultimi anni. Volevo chiederti com’è stato collaborare con questa realtà? Com’è stato avere come produttore Marco Giudici, uno degli artisti più interessanti di questa etichetta?
È stato davvero forte. Mi sono da subito sentito preso sul serio. Questo non è scontato, considerando il fatto che la prima volta che io ed Emiliano (Colasanti) ci sentimmo (su un social, tra l’altro) avevo 19 anni. Per quanto riguarda Juju, non c’è mai stato il solito rapporto artista - produttore: entrambi abbiamo sentito qualcosa che andava oltre. Siamo molto amici e lui, oltre ad essere davvero talentuoso, è estremamente buono e gentile.
La 42 Records descrive i tuoi brani come “un insieme di lo-fi e dream pop” e, per questo, volevo chiederti, quali artisti hanno influenzato, in generale, la tua formazione e quali ascolti hanno accompagnato le registrazioni del tuo Ep di debutto?
Ho ascoltato tanti dischi. Forse gli ascolti sono la cosa più importante per la formazione artistica di chiunque. Almeno, per me è stato così. Il fatto che io abbia ancora tantissimi dischi da scoprire mi rassicura e mi fa pensare al fatto che sono solo all’inizio del mio percorso.
“Adesso torni a casa” si apre con “Solfeggio”, brano che fin dalle prime note ci trasporta nel tuo affascinante universo musicale, perché hai scelto di aprire il disco proprio con questa canzone?
Mi piace come comincia il testo e mi piace che il primo e l’ultimo pezzo siano in 6/8. Secondo me non potevo cominciare con un altro brano.
Nel secondo brano “Black Midi”, mi hanno colpito molto le strofe “in realtà ti stai soltanto accorgendo che non esiste solo la tua testa”, volevo chiederti quant’è importante per te e per le tue sonorità il confronto con altre persone o altri stili, generi musicali?
É importante avere la consapevolezza del fatto che esistono anche altre persone. È importante sapere che come è uscito il mio disco, ne sono usciti altri migliori e altri peggiori. A volte mi fa star male, a volte mi solleva, sicuramente il confronto mi serve per migliorare.
In “Ipersoap” canti “domani farò finta e forse riderò”, parole che si adattano alla perfezione allo spirito di un tenace artista esordiente davanti ai continui rifiuti che può spesso ricevere. Secondo te quanto sono importanti le esperienze negative nella crescita di un artista? Ti è mai capitato di ricevere delle porte in faccia, critiche per la musica che fai?
Una volta, quanto avevo tipo 13 anni, feci una prova con una band di ragazzini un po’ più grandi di me che facevano le cover. Non mi chiamarono più, io ci rimasi abbastanza male. Comunque sì, oltre a questi cinque brani ne esistono tanti altri che ho scartato perché non piacevano a me oppure ad altre persone care a cui faccio sempre sentire le cose subito dopo averle finite. In ogni caso credo che ricevere “porte in faccia” a volte serva, e non poco.
Fin dal primo ascolto “Un inizio”, così come gli altri 4 brani, mi è sembrato un pezzo molto personale, autobiografico, volevo chiederti quant’è importante per le tue canzoni trarre ispirazione dalla tua esperienza personale e cosa diresti ora a quel professore che ti disse che non vali niente?
Tutti i brani parlano di me e delle mie esperienze, quindi più che dire che è importante direi che è l’unica cosa di cui per ora so scrivere. Al professore direi “Ciao, come stai?”
L’Ep si chiude con “Ti voglio dire quanto sono stato male con te”, il brano a parer mio dall’aria più romantica e malinconica, com’è nato questo pezzo?
È nato subito dopo aver letto un libro. È malinconico perché mentre lo scrivevo probabilmente stavo male, secondo me però non è romantico. Parla di un posto, di una sensazione o di un colore, cose del genere.
Qualche giorno fa il MI AMI ha annunciato il tuo nome tra gli artisti che si esibiranno il 27 maggio, contento di partecipare ad uno dei più noti festival musicali indipendenti italiani? Il 2022 di Marco Fracasia ci riserverà nuove date e nuova musica?
Sono contento di suonare in questo festival di Milano, ci saranno parecchi amici con me, sopra e sotto il palco. Per quanto riguarda le nuove date, credo proprio di sì! Per quanto riguarda la nuova musica, spero di esserne capace. Ciao!
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