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Guida Galattica per la quarantena: consigli di IndieVision, Vol.5


Benvenuti in questa nuova puntata di Guida Galattica per la quarantena, ormai già alla quinta puntata. Il 5, bellissimo numero primo, numero di Fermat, somma di due quadrati, " 'a Mano" nella smorfia napoletana, 5 come i cinque sensi, il pentagono, la stella a cinque punte, 5 come le volte minime in cui avrai pensato: ma che sto leggendo? Tranquilli non è colpa della quarantena, sono così da sempre. Tornando a noi, siamo al quinto volume della guida, e tra film, serie tv, libri, collettivi letterari e album da recuperare il livello di "nerdismo" è ormai alto, ma possiamo fare di meglio. Partiamo?


Libro: "L' Elefante Scomparso e altri racconti" - Murakami

Non il mio libro preferito, (per il semplice fatto che probabilmente non ne sceglierò mai uno solo), ma un libro che mi sta accompagnando con tanto calore in questi giorni è proprio "L' Elefante Scomparso e altri racconti". Comprato circa due mesi fa in una libreria in stazione: ero alla ricerca di un libro da regalare, poi mi ha guardata, ho abbassato lo sguardo, ne ho comprato un altro, sono uscita dal negozio, dieci minuti dopo ero tornata a prenderlo...essere curiosi a volte è un piacere (altre non così tanto). Una raccolta di racconti di Haruki Murakami pubblicata nel 1993 per la prima volta col titolo "The Elephant vanishes". Il bello di questo libro? Se non usi l'immaginazione è quasi definibile banale, se invece provi a vagare sopra le righe diventa incontrollabilmente sensazionale. Le storie non sono del tutto fantasy, (non tutte almeno), ma spesso il finale, se condito con una buona dose di fantasia e sana critica qb, ti lascia stupito. Scritto nel consolidato stile onirico e visionario di Murakami, scrittore giapponese in grado di stupire chiunque, controverso, fantasioso ma mai ordinario.

Nota particolare per "Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile". Niente spoiler: leggetela e dedicatela a chi volete, (si trova anche online), e capirete perchè ho pianto un bel po'.

Difficile trovare un libro, o ancora un racconto che riesca davvero a stupire e a farti emozionare, e che ti faccia dispiacere quando vedi che ti mancano poche pagine alla fine; per questo, consigliatissimo. (Qui la versione e-book).



Serie tv: Sherlock - BBC (Disponibile su Netflix)

Credo che nel 2020, a distanza di dieci anni dalla prima puntata, tutti dovrebbero aver già visto Sherlock almeno una volta nella vita. Sarà che sono amante della logica, sarà che per un matematico trovare una serie così dettagliata e piena di riferimenti specifici non lasciati al caso è difficile, sarà che ho almeno 20 libri di Arthur Conan Doyle in libreria, (la maggior parte comprati in mercatini sperduti dell'antiquariato, probabilmente ho anche qualche scritto originario e non ne sono consapevole), ma credo che questa sia la serie per eccellenza. Nonostante la trasposizione nella moderna Londra, per chi ha letto buona parte dei libri di Doyle, è chiaro ed evidente il rispetto per l'opera originaria. Merito sicuramente dei due sceneggiatori Steven Moffat e Mark Gatiss (sceneggiatore già di Doctor Who e che ricopre il ruolo di Mycroft Holmes nella serie). Inoltre nella serie il personaggio di Sherlock mantiene lo stesso fascino enigmatico e lo stesso particolare sguardo critico sul mondo, merito anche e dell'interpretazione magistrale di Benedict Cumberbatch, che lo rende dannatamente umano ma impenetrabile, esattamente come l'autore lo descrive. Insieme a Sherlock appare anche un Martin Freeman selvatico perfettamente dentro al ruolo di John Watson. Il risultato non è quello di un personaggio secondario, bensì il completamento di Sherlock, evidente in particolare nella contrapposizione tra le sue reazioni umane e comprensibili e quelle eccentriche dell’amico di fronte ai giochi investigativi che sono tenuti a risolvere. Sherlock ti colpisce già dalla prima puntata che potremmo sintetizzare con una domanda: fino a che punto ti spingeresti per curiosità? Non credo di aver ancora trovato una risposta, onestamente. Unica nota negativa: sono solo 12 episodi (senza contare un paio di speciali). Curiosità che forse non tutti sanno: il famoso blog di John Watson esiste davvero, anche se purtroppo non viene più aggiornato.



Album: Jovanotti - "Safari"

"...E le mie mani hanno applaudito il mondo, perchè il mondo è il posto dove ho visto te"

Perchè proprio Jovanotti? Semplice, perchè lo ascolto letteralmente da sempre. Scegliere un suo album non è stato facile, ma forse questo è quello che ha lasciato di più il segno dentro di me. Raro trovare un disco capace di farti piangere di notte e sorridere di giorno, ma questo è uno di quelli. "Io lo so che non sono solo anche quando sono solo" inizia così la prima traccia, "Fango", e forse questo è lo slogan migliore che si possa usare, e non solo in questi giorni, ma nella vita. Perchè momenti in cui ci sentiamo soli e abbandonati li passiamo tutti, quarantena o non, e avere qualcuno che ti guarda negli occhi e punta al cuore con una frase simile, beh mica male no? Se poi ci mettiamo anche la chitarra di Ben Harper direi che possiamo non avere più dubbio. "Safari è una parola un po' vuota forse, no? [...] Però c'è anche dentro, nella sua anima, il significato originario che noi gli diamo: farsi un giro per cercare di beccare bestie feroci." Così in un'intervista definiva il suo album, il dodicesimo per l'esattezza, uscito nel gennaio del 2008. Subito dopo Fango, troviamo "Mezzogiorno", che con semplicità e spensieratezza affronta il tema della vita che passa. Prosegue poi con "A te", la canzone italiana più dedicata nel periodo di febbraio degli ultimi anni, (chissà perchè), e continua poi con "Dove ho visto te", senza dubbio la mia traccia preferita dell'album. Limpida e leggera, la ascolti e sei sulle nuvole, a prendere il sole, in una timida giornata di primavera. Oppure sei al mare, in riva magari, con nessuno intorno ad ascoltare solo quelle parole e il suono delle onde. Se una canzone ti fa questo effetto, probabilmente è quella giusta. Vi consiglio Jova da dedicare, sarò banale ma è sempre bello dai. L'album continua poi con pezzi come "In orbita", "Safari" e "Temporale", più carichi musicalmente ma che affrontano temi dello stesso calibro. Si torna poi all'amore più spensierato con "Come musica", "Innamorato" e "vorrei che questa pagina tornasse bianca per scriverci ti amo: punto" per concludere con "Antidolorificomagnifico" e "Mani Libere 2008". Il bello di Jova forse è proprio questo: il suo sapersi continuamente mettere in dubbio, cambiare, esplorare, migliorare, osare. Una persona in continua ricerca del nuovo, del particolare, del vero, sia da un punto di vista umano che musicale. Se ci pensate ha accompagnato svariate generazioni sapendo sempre adattarsi a tutti i cambiamenti climatici, trovando sempre un pubblico pronto ad accoglierlo e a seguirlo ovunque. Basta pensare alla bellissima atmosfera che c'è ai suoi concerti, pieni di colori, sorrisi e persone di ogni età, una magia difficile da trovare altrove. Se già conoscete Safari, in alternativa provate "Lorenzo sulla Luna", uscito a novembre, e voliamo su qualche stella insieme.



Album Bonus: Elijah Who - "Gentle Boy"

Non riuscite a dormire? Cuffie, Spotify e fate partire questo disco. Gli amanti di Instagram lo definirebbero #Chill, io vi dico solo due cose: pianoforte e buon viaggio.

Extra - Arte: La cultura trova sempre un modo per starci vicino, basta cercarla. Non sarà proprio come andarci di persona, ma l'idea che da casa possiamo visitare musei e luoghi d'arte di tutto il mondo non vi emoziona un pochino? Ed ecco che con Google Arts & Culture possiamo viaggiare dal Circo Massimo (senza Thegiornalisti purtroppo), al Musée d' Orsay a Parigi, o al MoMA di New York, o riscoprire artisti da Bansky a Hopper, scoprire i murales e la street art in giro per il mondo, o arrivare ad esplorare uno Space Shuttle.

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