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Giorno due: perchè Sanremo è Sanremo

NB: i pareri espressi nell’articolo, nonostante l’impegno nell’oggettività, dell’analisi hanno una componente soggettiva. Se non siete d’accordo comunicatelo con gentilezza e rispetto e già in anticipo mi scuso se ho infangato il nome del vostro artista del cuore.


Martedì, con la prima serata del festival della canzone italiana abbiamo perso il sonno data l’ora tarda della sua conclusione. Ieri invece abbiamo perso la voce per cantare i grandi classici della nostra storia musicale e per tifare i dodici concorrenti rimasti.




Iniziano anche questa puntata quattro artisti della categoria “giovani”:

il primo round vede Martinelli/Lula contro Fasma e si conclude con la vittoria del secondo con il 51% dei voti della giuria demoscopica.

Il secondo round invece ha come protagonisti Marco Sentieri e Matteo Faustini: vince Sentieri con il 52%.

Anche in questa puntata si inizia la gara con tempi biblici e il primo ed esibirsi è Piero Pelù con “Gigante”: è un testo dolce che fa battere le mani all’Ariston e lo spaventa anche un po’ mentre Pelù passeggia tra il pubblico. L’ex frontman dei Litfiba ha però quel modo di cantare che rende le sue canzoni tutte uguali e quindi perde un po’ di originalità.

Segue poi l’elemento “trash” della serata: Elettra Lamborghini si presenta con un vestito fatto della stessa stoffa della tutina di Achille Lauro che però la copre quasi interamente e le dà una parvenza di sobrietà a cui non siamo abituati. La twerking queen però non manca di mostrare le forme e i suoi movimenti caratteristici come la mossa che l’ha resa degna del suo nome in versione “light”. È sempre Sanremo.

Detto questo la canzone che titola “Musica (E il resto scompare)” non ha nulla di innovativo o sorprendente ma ce la porteremo avanti per un annetto, soprattutto mentre laveremo i piatti sovrappensiero. Fun fact: su twitter alle 15:57 la Lamborghini ammette in maniera colorita che se la sta facendo sotto e un po’ l’abbiamo notato ma no, non glielo faremo pesare.

Tocca ad Enrico Nigiotti e il livornese porta un brano il cui titolo, “Baciami Adesso”, è ciò che pensano le sue fan di tutte le età. Scherzi a parte, la sua è una canzone con un testo bellino ma non splendido, interpretata però con trasporto e con un assolo di chitarra elettrica di Nigiotti che, se non fosse stato per l’orchestra intorno, quasi ci saremmo scordati di essere a Sanremo. Come direbbe qualcuno bello e bravo, bravo e bello.

Levante sale sul palco in un completino rosa ma non è quello che attira la nostra attenzione: è la sua voce graffiante e un testo interessante. Levante che canta ingobbita trasmette quasi di più di chi sta impettito davanti al pubblico e le telecamere. “Tikibombom” va ascoltata più volte, con attenzione con regolarità anche durante i pasti perché ogni ascolto potrebbe farci scoprire qualcosa di nuovo.

Finalmente giunge l’atteso e agognato turno dei Pinguini Tattici Nucleari e il popolo dell’indie –ancora non ben ripresosi dall’eliminazione del giorno prima degli Eugenio in Via Di Gioia- si riunisce davanti al televisore trepidante. Il brano titola “Ringo Starr” e nonostante il concetto di Ringo come “ultimo della fila” sia un po’ trito a noi non interessa. I Pinguini Tattici Nucleari si presentano con un outfit probabilmente rubato dall’armadio del Lo Stato Sociale di due anni fa per portare un sacco di energia, di riferimenti discretamente nerd e un ritmo trascinante che fa tenere il tempo anche ai più scettici. Promossi a pieni voti.




Quando annunciano Tosca la mente di tutti -quelli che non sono boomer almeno- vola per un momento alla Russia e ad Ania e alla speranza di vederla duettare con Fiorello. Invece no. C’è “solamente” un’artista da brividi. “Ho amato tutto” è un testo forse troppo maturo per l’orecchio di qualcuno giovane ma Tosca, attenta ad ogni dettaglio, cattura l’attenzione dell’ascoltatore e non si riesce a fare altro che ascoltarla e amare tutto quello che fa.

Con una discutibile mezz’ora di ritardo si esibisce Francesco Gabbani con “Viceversa”: si fa mettere il pianoforte sul palco ma lo suona per qualche istante e poi se ne va. Gabbani porta sulle sue spalle il peso di una vittoria memorabile, quella di “Occidentali’s Karma” dell’edizione targata 2017 e così ogni suo pezzo viene paragonato al tormentone della scimmia che balla. Questo giro di parole per dire che se stava a ballare con la scimmia nuda e a fare programmi in radio a Carrara e dintorni a noi andava bene lo stesso.

Paolo Jannacci canta “Voglio parlarti adesso”. Diciamo che tanto il brano è sanremese, tanto Jannacci dà da intendere di essere molto emozionato…talmente tanto da quasi scivolare su uno scalino (fortunatamente siamo per la parità dei generi e se possono inciampare le vallette potrà pur farlo anche lui no?).

Sfortunatamente però è un brano senza arte né parte. Bello ma non indimenticabile.

Dalla periferia di Roma a Sanremo non più come ospite ma come concorrente. Ladies and gentlemen, Rancore è qui! “Eden” è un interessante brano la cui musica è composta da Dardust quindi già parliamo di un sinonimo di qualità medio/alta. A differenza di Anastasio, Rancore non solo sa muoversi in maniera ottima sul palco ma non sente il bisogno di urlare per far passare il messaggio. Bello anche il gioco dello sguardo in camera e la mitragliata con svenimento finale. Bravo bravo.

“No grazie” non è solo la risposta che date alla zia al pranzo di Natale quando fa per riempirvi il bicchiere di vino ma dovete ricordarvi che agli occhi della famiglia siete l’angelo astemio del focolare. “No grazie” è il titolo della canzone in gara del romano Junior Cally che si presenta senza la sua consueta maschera sotto il suono di pochi applausi. Usa benino lo spazio del palco e la canzone è un’accusa bella grande ad un politico preciso che beve mojito e certo non le manda a dire. Il ritornello è orecchiabile quasi ai livelli della canzone della Lambo e diventerà una risposta canticchiata in simpatia tra i giovani…o ai pranzi di Natale.

Giordana Angi, sfornata da Amici edizione numero diciotto, canta “Come mia madre”. È un bel testo ma non ha nulla di memorabile che non attira l’attenzione, che non entra in testa, che se l’avessero sostituito con altro non avrei colto la differenza. Un’occasione un po’ sprecata.

Arrivato alla tredicesima partecipazione al festival di Sanremo, Michele Zarrillo presenta “Nell’estasi e nel fango”: la canzone chiude discretamente bene la gara e spero che per chi l’ha sicuramente visto le dodici volte precedenti sia stata una bella esibizione. Abbiamo visto comunque di peggio.

L’ora è tarda ma quando esce la classifica della serata si svegliano tutti. Così parlò la giuria demoscopica all’alba dell’una e venti minuti –anche oggi:


1.Francesco Gabbani - Viceversa 2. Piero Pelù - Gigante 3. Pinguini tattici nucleari - Ringo Starr 4. Tosca - Ho amato tutto 5. Michele Zarrillo - Nell’estasi o nel fango 6. Levante - Tikibombom 7. Giordana Angi - Come mia madre 8. Paolo Jannacci - Voglio parlarti adesso 9. Enrico Nigiotti - Baciami adesso 10. Elettra Lamborghini - Musica (e il resto scompare) 11. Rancore - Eden 12. Junior Cally - No grazie


Pensavamo che al peggio ci fosse fine, e invece ci sbagliavamo perché poco dopo hanno annunciato la classifica generale:



Fortunatamente nella puntata di giovedì, questa giuria (che speriamo per il loro bene resti anonima) verrà sostituita dai voti dell’orchestra che giudicherà i duetti della serata.

Ovviamente intermezzano la gara Tiziano Ferro, che resterà sul palco ad avverare i suoi sogni fino a sabato, il quale duetta con Massimo Ranieri il classico di quest’ultimo “Perdere l’amore” che fa addirittura cantare un pochettino la platea confermandoci che non è di cartongesso in prima serata, mente poi da soli, sia Ferro che Ranieri canteranno il primo un medley di “Sere nere/Il regalo più grande/Per dirti ciao”, il secondo “Mia ragione”.

C’è Zucchero che intrattiene come solo lui sa intrattenere. Fa alzare tutti e li costringe quasi a ballare, facendo storcere il naso ad alcune signore delle prime file non convinte dell’esercizio fisico imposto da Fornaciari.

C’è Gigi D’Alessio che festeggia i suoi vent’anni nella musica con una standing ovation.

C’è la formazione originale dei Ricchi e Poveri che cantano rigorosamente in playback e paiono scappati dal lipsync for your life di RuPaul’s Drag Race.


Stasera. 20.30. Rai 1. Terza puntata del festival di Sanremo. Carichi per i duetti? Ci sarà da ridere.

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