Ne abbiamo parlato più volte durante l'intervista, sembra che l'ep "CURA" sia uscito da tanto tempo, ma in realtà non sono neanche 4 mesi. Merito del talento di Francesca e dell'unicità del suo stile, a mio parere classico-sperimentale. Questo perchè Cura è riuscita a fondere il suo bagaglio di studi classici con le influenze elettroniche dei giorni nostri, arrivando ad una qualità difficile da raggiungere per un artista emergente. Tutto frutto dello studio, qualcosa che molto spesso viene sottovalutato, dando spazio al solo talento. Invece, con la capacità di modellare il proprio lavoro sotto tutti i punti di vista, partendo dalla scrittura, passando per l'interpretazione e arrivando alla produzione, Cura riesce ad essere fresca ed innovativa, ma soprattutto coerente.
"Sembra una frase da film, ma veramente tante volte mi sono privata di tutto pur di rimanere a casa a studiare. Molto spesso la mia bassa autostima prevale e tendo a svalutarmi per non sembrare una montata. E non lo sono, però ribadisco che, secondo me l’importanza di saper fare questo lavoro a 360°, è essenziale"
Molto spesso ci abbandoniamo alla retorica del "è bravissim*, pensa che non ha mai studiato musica", ma la realtà è che chi sa abbinare il talento al sudore, riesce ad imporsi nel tempo, il resto sono meteore. Lo studio al Saint Louis College of Music e al Conservatorio Alfredo Casella, le varie esperienze come corista - tra poco in tour al fianco di Alex Britti - e una fresca collaborazione con Ditonellapiaga e Folcast, sono solo alcune delle soddisfazioni che Francesca Carbonelli - cantautrice, musicista, arrangiatrice e compositrice - è riuscita a guadagnarsi proprio con sudore e talento.
Questo ci porta alla pubblicazione del suo ultimo singolo "Sottomarino", una canzone che ha all'interno due anime opposte, quella più introversa e timorosa, e quella più risoluta e energica. Come bianco e nero, yin e yang, quiete e tempesta, vediamo un alternarsi di sentimenti contrastanti all'interno di questo brano, disegnando le geometrie di una giovane cantautrice che, come tutti del resto, ha i suoi alti e bassi. Accompagnati anche dalla mano sapiente del producer Godbless, ci ritroviamo all'interno di una vera e propria "sparatoria emozionale", intarsiata con un crescendo di batterie e synth. La voce di Francesca, così accademica e imprevedibile allo stesso tempo, ci guida attraverso le varie fasi del brano, ricordandoci di come il bianco e il nero siano due facce della stessa medaglia.
"Mio padre mi ha insegnato che se da un orecchio entra, dall'altro poi mi esce ma qui tutto è dentro me. Mia madre mi diceva "Parla, che è la scelta giusta", ma è un attimo che tutti si approfittano di te. Tutte le cose che non dico mai sono la somma di tutti i miei fantasmi, devo imparare a tirarli fuori"
In questo brano si percepisce di quanto l'espressione attraverso la musica sia una necessità per cura, come una boccata d'ossigeno per respirare, come un reminder per se stessa: alle volte è necessario tirar fuori i propri fantasmi non per combatterli, ma per imparare a convivere con essi. E questo è l'augurio che noi di IndieVision le facciamo per l'anno nuovo, oltre al suo primo tour e a tanta nuova musica. Perchè noi già non vediamo l'ora.
Ciao Francesca! Come sta andando a Milano? Com’è cambiata la tua vita da quando ti sei trasferita?
Molto bene, grazie. Mi sono trasferita da un paio di mesi. La vibe della città è diversa rispetto a Roma. Però mi piace, sento che a livello lavorativo può darmi tanto. Non mi sento di paragonarla a Roma perché sono due città totalmente diverse. Torno spesso a Roma, ho ancora tante cose da fare e persone da vedere lì.
Vivi a Milano con il tuo compagno, ed anche lui lavora nel campo della musica. Quanto è importante avere vicino qualcuno che può capirti veramente?
Sì, convivo con il mio ragazzo che è un batterista. Suona con Ernia, Annalisa, Willie Peyote, perciò questo periodo è super impegnato con i vari tour. C’è molta complicità tra di noi e ci capiamo a vicenda. Non siamo la classica coppia che fa un lavoro d’ufficio ed il fine settimana è libera di stare insieme. Ma, allo stesso tempo, quando io so che lui non c’è sono contenta, perché so che sta facendo quello che ama. E lui fa la stessa cosa con me. Questa vita non è semplice, ma quando hai qualcuno che capisce veramente come ti senti, è tutto più bello.
Il tuo primo ep “CURA” è stato un successo. hai conquistato varie playlist editoriali nel tempo (Caleido, New Music Friday, Equal Italia). Qual è stata la playlist che ti ha emozionato di più, ed in generale che ne pensi di questa nuova possibilità che c’è da qualche anno?
La playlist che mi ha emozionato di più è stata Equal Italia, dato che non esce con la stessa frequenza delle altre. Esce una volta al mese e ha all’interno tantissimi artisti bravissimi. Mi sento molto privilegiata e sono contenta che questi brani siano usciti in varie playlist, dato che ci sono tanti artisti che ci provano da anni e magari non riescono. Provo tanta riconoscenza e quando ci penso, realizzo che forse sto facendo il lavoro giusto. Poi però, d’altro lato, penso che i grandi numeri spesso non sono rappresentativi del relativo guadagno. Non è facile riuscire a portare avanti un progetto emergente a livello economico, le cose da fare sono tante e molto spesso per portare avanti una passione, ti scordi di tutto il resto. Tante persone credono che l’inserimento in una playlist editoriale equivalga ad aver “svoltato”, ma poi in realtà non è così. E molto spesso un artista emergente ha bisogno di fare altri lavori per poter finanziare il proprio progetto.
Il tuo nuovo singolo si intitola “Sottomarino”, è in collaborazione con il producer GodBless. Il sound è veramente ben fatto, si sente una crescita netta nel tuo percorso, mantenendo però la tua essenza, direi “Classico-sperimentale”. Come avete lavorato alla produzione?
Questo è stato un lavoro abbastanza veloce, per una perfezionista come me non è per niente facile. Ma grazie al mio ep “Cura” ho capito che certe cose vanno fatte anche ad istinto. Quando ho scritto e composto “Sottomarino”, ho capito che mancava qualcosa a livello visuale. Volevo rappresentare due diverse me, che sono in continuo contrasto. Mi sono detto che ci voleva una sorta di “sparatoria emozionale” tra la mia parte più riflessiva e quella che alle volte ha bisogno di uscire. Perciò ho chiesto l’aiuto di Godbless, che ha inserito suoni di batteria acustica e sinth. Tutto ciò ha portato ad un lavoro inedito, di cui sono molto soddisfatta. All’interno del brano ci sono delle chicche come, per esempio, il suono del radar del sottomarino. Quindi direi di sì, è un brano classico-sperimentale!
Non è facile trovare un’artista che “cura” ogni parte del suo progetto, dal testo alle produzioni. Avresti potuto far uscire questo singolo tranquillamente da sola. E proprio questa, secondo me è la tua marcia in più.
Ti ringrazio. È un aspetto a cui tengo molto. Ho faticato e passato gran parte della mia vita ad imparare ad utilizzare i programmi per produrre, ad imparare a suonare strumenti. Sembra una frase da film, ma veramente tante volte mi sono privata di tutto pur di rimanere a casa a studiare. Molto spesso la mia bassa autostima prevale e tendo a svalutarmi per non sembrare una montata. E non lo sono, però ribadisco che, secondo me l’importanza di saper fare questo lavoro a 360°, è essenziale.
Questa canzone è una sorta di reminder per te, riguardo al fatto che devi cominciare ad esternare i tuoi sentimenti, a tirare fuori i tuoi fantasmi. Si percepisce chiaramente anche e soprattutto nella copertina del singolo, dove ci sono due te, una vestita di bianco, ed una vestita di nero. Com’è nata l’idea?
Come dicevo prima, ho dato molto spazio alla parte visuale. Volevo rappresentare questa “sparatoria emotiva” tra la me più riflessiva e quella più caotica. Parlando con la fotografa, abbiamo deciso di dare sfogo a questa mia esigenza. Perciò, durante le riprese, ho cominciato letteralmente a fare la pazza! Ad urlare, a fare casino. Intanto, la fotografa ha fatto il resto. Nella copertina ci sono le due versioni di “Francesca” che indossano un vestito con dei lacci lunghi. All’inizio volevamo tagliarli, ma alla fine abbiamo deciso di lasciarli perché in linea anche con le treccine che avevo fatto ai capelli, così da creare una sorta di unione tra le due differenti versioni della stessa persona. Quando hai la possibilità di dare sfogo al tuo estro grazie a persone che credono in te e si mettono a disposizione, penso sia una delle cose più belle per un artista.
Ultimamente hai collaborato con Ditonellapiaga e Folcast nella versione acustica di “Fossi come te”, l’ultimo singolo di Margherita. Che esperienza è stata?
È stato fantastico. Io e Margherita ci conoscevamo già, avevo lavorato ad un altro suo progetto facendo dei cori. Anche con Folcast ci siamo divertiti molto, è stata una bella esperienza. È anche uscito il video di questa versione. Ho apprezzato il tipo di unione che si è venuta a creare, dove noi non eravamo personaggi secondari, o solamente coristi. È stata una sessione tra artisti, dove tutti siamo stati valorizzati al massimo. Margherita è stata felicissima del risultato.
Il tuo tour da solista, invece, quando comincia?
Ci sto lavorando, la cosa più importante sarà avere un repertorio più ampio e la possibilità di avere una band al seguito. Il mio primo ep è uscito solamente a settembre, ma mi sembra passata una vita. Anche se, mi rendo conto che dovrei iniziare anche da sola con un repertorio ridotto. È un periodo di grande riflessione per me, sto cercando di muovermi nel migliore dei modi. Work in progress.
Comentarios