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Immagine del redattoreFederica Viola

Ascolta in anteprima "In Balìa", l'EP di esordio di Chinò e il mare

Non è raro ritrovarsi a condividere le fragilità e incertezze della propria esistenza con gli altri, che sia in piazza, su un letto, in spiaggia tra una partita a carte e l’altra, ovunque ci venga dato adito a filosofeggiare.


Tra elementi naturali, riflessioni sul tempo e lo scorrere dei discorsi, vi presentiamo oggi in esclusiva “In Balìa”, l’EP d’esordio autoprodotto di Chinò e il Mare, trio nato a Bologna nel 2022 e composto da Gianluca Lovreglio, Gianluca Cariati e Ludwig Becker, in uscita su Spotify venerdì 19 luglio.



Tra cantautorato e indie rock, attraverso un mix di elettronica, jazz e groove in convivenza con il lato acustico, l’EP viene descritto dal trio come "un invito a sentire il mare quando anche non c’è". Infatti, il recupero dell'elemento naturale in contatto con l'essere umano è caratterizzante in larga parte i testi, come ad esempio in "Son ore", in cui cantano:


"Hai ragione amica mia, che vivere su una collina è come immergersi in un tramonto".

L’ascoltatore, proprio come la band, viene avvolto dalla dinamica del racconto restando “in balia di…” un qualcosa che spesso coincide anche con noi stessi, come scrivono in "Grammatica":


Mimerei come vorrei vivere, ma non so fare il regista di me (...) Mentirei se ti dicessi che so quello che vivo, ma non so mai.

...ma anche "in balia di" qualcun altro, come notiamo dalla ripetizione del seguente verso in "Tebe":


Mi scioglierei alla tua vista.

Con la (quasi) title track "Balìa", invece, riusciamo a comprendere ancora di più la scelta del titolo, in riferimento alla locuzione "in balia di" che i ragazzi hanno così commentato: "...utilizzarla in maniera isolata ci sembrava di rendere assoluto il suo significato, di esprimere la condizione generale di ogni esistenza: l’assenza di certezze, l’incrocio di ogni destino con quello degli altri in continua e reciproca influenza".


Vorrei diventassimo pietre per non essere più in balìa del mare.

In "Palissandro", brano conclusivo di quest'opera prima, la sottintesa condizione di precarietà che avvolge la narrazione e il sentire comune, spinge l'ascoltatore ad immaginare qualcosa di nuovo, di migliore, una possibilità futura che aiuti a recuperare un po' di sé e dell'altro.


Sarebbe bello pensare a quante vite possibili avremmo potuto vivere assieme.


Il videoclip del brano, unico singolo pubblicato finora volto ad anticipare l'uscita dell'EP, è stato accompagnato da un videoclip diretto da Danilo Cariati, in cui musica, natura, gesti e parole si intrecciano in un'immagine che riflette pienamente il concept dell'album.


Come dichiarato dagli artisti, "nel videoclip due danze lontane si influenzano nello sforzo di tornare a incontrarsi: una cerca di ricreare nel vuoto di una stanza la natura che l’ha ispirata; l’altra, seppur immersa nella libertà del paesaggio, desidera invece l’immobilità delle cose, ritrovare il tempo lento degli elementi naturali. Palissandro esprime il tentativo di recuperare l’essenza delle persone e della natura a cui siamo legati quando ormai sembra sia andata perduta o dimenticata".

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